Ormai la notizia la si conosce, è rimbalzata da un social all'altro, con informazioni più o meno aggiornate, più o meno veritiere.
Ma cosa c'è di vero da sapere sull'eccezionale presenza di un pod ("gruppo familiare" n.d.a.) di orche che per venti giorni ha catturato l'interesse delle persone in Italia e all'estero?
Cosa significa per un biologo accostarsi a questi animali in queste particolari circostanze?
Non è semplice inserirsi nel cerchio della vita senza la voglia, tutta umana, di intromettersi in eventi che ancora non si conoscono. Eppure chi fa ricerca in modo scrupoloso non abbandona questa consapevolezza: osservare, raccogliere informazioni, confrontare dati e infine, quando si è capito di aver compreso si e no la metà di quella che è una dinamica della natura, continuare a rispettarla senza interferire a meno di non essere sicuri di creare il minor danno possibile.
Sembra un ragionamento in cui viene messa in campo solamente la testa. E le emozioni che questi animali suscitano allora?
I ricercatori sono così privi di empatia? Certo che no. Ma più si comprende il senso di un sistema naturale, più umiltà si acquisisce.
Così nei prossimi post trovate due contenuti:
- Il racconto di una mattina di monitoraggio del pod, come una sorta di diario, nella speranza di far comprendere un po' meglio il punto di vista di chi studia questi animali nel loro massimo rispetto e con tanta passione.
- Un riassunto a "domanda e risposta" dove troverete tutte le informazioni certe riguardanti questo evento eccezionale.
Per chi avrà pazienza e costanza... Buona Lettura!
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